Nintendo

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Nintendo
Nintendo-logo-rosso-nuovo.svg
Fondazione: 23 settembre 1889
Nazione: Bandiera-Giappone.png Giappone
Presidente: Shuntaro Furukawa
Sede principale: Nintendo Co. Ltd, Kyōto (Giappone)
Primo gioco di Mario: Donkey Kong (1981)
Ultimo gioco di Mario: Super Mario RPG (Nintendo Switch) (2023)

Nintendo Co., Ltd.[1] è un'azienda giapponese sviluppatrice di videogiochi e console la cui sede principale si trova a Kyōto, in Giappone. È l'azienda a cui appartengono Mario e la sua serie. L'attuale presidente è Shuntaro Furukawa.

Storia[modifica | modifica sorgente]

La sede originale di Nintendo.

1889: La fondazione[modifica | modifica sorgente]

Nintendo è stata fondata il 23 settembre 1889 da Fusajiro Yamauchi. Da allora per quasi un secolo ha prodotto esclusivamente giochi di carte, giochi da tavolo e giocattoli vari.

1975: Le prime console[modifica | modifica sorgente]

Nel 1975, con l'arrivo dei primi giochi elettronici, Nintendo esordì nel mercato videoludico come distributore della console Magnavox Odyssey, la prima console in assoluto prodotta da Atari, e nel 1977 cominciò a provare personalmente lo sviluppo di una console. Il primo esperimento furono i Color TV Game, una serie di console contenenti dei giochi integrati non intercambiabili (a quei tempi non esistavano cartucce o dischi per videogiochi). Fu in questo periodo che iniziarono anche a produrre dei cabinati da sale giochi, grazie a cui Nintendo consoliderà il suo successo nel mercato videoludico. Donkey Kong, gioco arcade ideato da Shigeru Miyamoto, ebbe un successo planetario e diede il via a quella che sarebbe diventata la serie di Mario.

Donkey Kong per Game & Watch.

1980: Il Game & Watch[modifica | modifica sorgente]

Nel 1980 venne pubblicata la prima console portatile di Nintendo, ovvero il Game & Watch, dotato di uno schermo a cristalli liquidi. Il protagonista di tutti i giochi per Game & Watch era un semplice "omino nero", perché a quell'epoca su una console portatile non c'era ancora la possibilità di definire meglio l'aspetto dei personaggi. L'omino nero, uno dei simboli dell'esordio di Nintendo nel mercato videoludico, tornerà in futuro col nome di Mr. Game & Watch tra i personaggi giocabili di Super Smash Bros. Melee e Super Smash Bros. Brawl.

1983: Il Nintendo Entertainment System[modifica | modifica sorgente]

Nei primi anni '80 il mercato dei videogiochi attraversò un grave periodo di crisi. Il Nintendo Entertainment System (NES), pubblicato nel 1983, fu fondamentale per la ripresa dell'intero settore, grazie al nuovo sistema di cartucce e all'incredibile successo delle prime serie Nintendo. Il gioco più venduto fu Super Mario Bros., il primo gioco di Mario in esclusiva per una console Nintendo, al contrario di Donkey Kong e Mario Bros. che uscirono anche nelle sale giochi. Mario presto sarebbe diventato la mascotte dell'azienda, ma anche altre serie come Zelda, Metroid e Kirby esordirono molto bene.

1989: Il primo Game Boy[modifica | modifica sorgente]

Nel 1989 fu il turno del Game Boy, il successore del Game & Watch. Come il suo predecessore, era sprovvisto di colori, ma ebbe un successo tale da ottenere vendite straordinarie in tutto il mondo. Il suoi giochi più famosi furono gli storici Tetris, Pokémon Versione Blu e Pokémon Versione Rosso, primi esponenti della serie di Pokémon, ma anche i nuovi episodi delle serie di Mario e Zelda ebbero un grande successo. Indimenticabile Super Mario Land, prodotto da Gunpei Yokoi, mentore di Shigeru Miyamoto.

1990: Il Super Nintendo Entertainment System e l'online[modifica | modifica sorgente]

La sede di Nintendo durante questi anni.

Nel 1990 venne pubblicato il Super Nintendo Entertainment System, che affermò sempre di più la leadership di Nintendo nel settore. Dovette tuttavia affrontare la dura concorrenza di Sega, del suo Mega Drive e della sua mascotte, Sonic. Viene ricordata tuttora come una delle competizioni più affascinanti nella storia dei videogiochi. Il Super Nintendo, oltre a due nuovi episodi della serie di Mario, Super Mario World e Super Mario World 2: Yoshi's Island, poteva contare su giochi tuttora considerati tra i migliori di tutti i tempi come The Legend of Zelda: A Link to the Past e Super Metroid. Da sottolineare anche la serie dei Donkey Kong Country di Rare. Altro punto di forza della console Nintendo erano i grandi giochi di ruolo popolarissimi all'epoca, come i Dragon Quest e i Final Fantasy, rispettivamente di Enix e Squaresoft, che inoltre sviluppò il primo gioco di ruolo di Mario, Super Mario RPG, in collaborazione con Nintendo. Il Super Nintendo Entertainment System è stata la prima console in grado di connettersi online grazie a un modem satellitare, il Satellaview, che però fu pubblicato solo in Giappone nel 1995, poco prima dell'arrivo del Nintendo 64. Furono pochi i giochi a supportarlo ed ebbe poco successo. In questo periodo Sony, ancora estranea al campo videoludico, avrebbe dovuto collaborare con Nintendo per aggiungere la compatibilità ai dischi nelle loro console. Tuttavia Hiroshi Yamauchi, presidente di Nintendo all'epoca, considerava le cartucce più sicure in quanto i dischi sono molto semplici da piratare, e respinse l'accordo. Sony deciderà quindi di sviluppare una propria console che mettesse in atto la sua idea.

1996: Il Nintendo 64 e l'arrivo del 3D[modifica | modifica sorgente]

Nel 1996 giunse in Giappone il Nintendo 64, la prima console di Nintendo in grado di supportare una grafica a tre dimensioni. Al contrario delle altre console dell'epoca, dotate al massimo di 32 bit, il Nintendo 64 poteva vantare 64 bit, come da nome. Nonostante la potenza superiore alle concorrenti, tuttavia, il Nintendo 64 non ebbe lo stesso successo delle console precedenti. La nuova PlayStation di Sony ottenne invece una grande popolarità tra il pubblico. Inoltre alcune scelte societarie sbagliate portarono all'allontanamento di terze parti importanti dalle console Nintendo, come Squaresoft, Capcom e Konami. I giochi di qualità non mancarono comunque sul Nintendo 64: Super Mario 64 è il capostipite dei platform moderni, essendo tra i primi esponenti del genere a svilupparsi in un'ambientazione tridimensionale. The Legend of Zelda: Ocarina of Time è attualmente considerato dalla critica il miglior gioco della storia. Rare continuò a dare un importantissimo contributo con giochi del calibro di Donkey Kong 64 e Banjo-Kazooie, ma successivamente anch'essa si allontanerà da Nintendo. Per le console casalinghe della società di Kyoto iniziava il periodo più duro.

1998: Il Game Boy Color[modifica | modifica sorgente]

Se con le console casalinghe Nintendo attraversava un periodo difficile, lo stesso non si poteva dire delle console portatili. Nel 1998 uscì il Game Boy Color, nuova versione del Game Boy che, come suggerisce il nome, poteva finalmente vantare fino a 56 colori utilizzabili contemporaneamente su un totale di 32.768 colori disponibili, un numero eccezionale per l'epoca.

2001: Il Game Boy Advance e il GameCube[modifica | modifica sorgente]

Nel 2001 venne pubblicato il Game Boy Advance, che sulla scia delle precedenti console portatili riscosse un successo gigantesco. Il Game Boy Advance era in grado di supportare fino a 511 colori contemporaneamente, contro i 56 del Game Boy Color. Oltre a quello principale, vennero sviluppati altri due modelli del Game Boy Advance, ovvero il Game Boy Advance SP e il Game Boy Micro, che fu l'ultimo "Game Boy" di Nintendo. Ancora una volta però, vi era un grande divario tra le console portatili e quelle casalinghe in termini di vendite: l'entrata in gioco di Microsoft fu la goccia che fece traboccare il vaso per Sega che uscì definitivamente dal mercato delle console, e anche per Nintendo fu difficile reggere il passo con le concorrenti. Il supporto delle terze parti era minimo, e Nintendo si affidò alle sue serie per tenere alta la qualità dei software. Per la serie di Mario ci fu il secondo episodio in tre dimensioni, Super Mario Sunshine.

2002: Il nuovo presidente, Satoru Iwata[modifica | modifica sorgente]

Nel 2002 Hiroshi Yamauchi, pronipote di Fusajiro Yamauchi, lasciò la carica di presidente. Il suo successore fu Satoru Iwata, che rimase in carica per tredici anni.

2004: Il Nintendo DS e l'affermazione dell'online[modifica | modifica sorgente]

Nel 2004 venne presentata la nuova console portatile di Nintendo, ovvero il Nintendo DS, successore dei Game Boy. La peculiarità di questa console è la presenza di due schermi, di cui uno dotato di touch screen. Il Nintendo DS, inoltre, è dotato di online, che per la prima volta nella storia di Nintendo è sfruttato da gran parte dei videogiochi disponibili. Il Nintendo DS si è affermato come una delle console più vendute della storia, secondo di poco soltanto alla PlayStation 2. Il gioco più venduto per Nintendo DS fu New Super Mario Bros., il primo gioco di piattaforme a scorrimento laterale della serie di Mario da oltre 10 anni.

2006: Il Nintendo Wii, strategia dell'oceano blu[modifica | modifica sorgente]

Il Nintendo Wii.

Nel 2006 uscì il Wii, una nuova console casalinga. Il suo nome in codice era "Revolution", e non a caso: il controller consisteva in un telecomando, il Wii Remote, collegato a un dispositivo chiamato Nunchuk. Il controller era dotato di sensori di movimento ed era in grado di rilevare gli spostamenti. La strategia di Iwata consisteva nel creare hardware e software più accessibili, per coinvolgere anche un nuovo pubblico di famiglie, il cosiddetto "oceano blu". Grazie anche ai prezzi contenuti della console, a discapito della potenza dell'hardware, la strategia si rivelò un successo e la situazione economica si risollevò. Il Wii si affermò come console casalinga più venduta della generazione, battendo la concorrenza della PlayStation 3 e dell'Xbox 360. Per la prima volta inoltre una console Nintendo ospitò due episodi tridimensionali di Mario, ovvero Super Mario Galaxy e il suo seguito diretto, Super Mario Galaxy 2.

2011: Il Nintendo 3DS e il Wii U[modifica | modifica sorgente]

Nuova sede principale a partire dal 2014.

Dopo il successo di Wii e Nintendo DS, c'erano aspettative molto alte per la generazione successiva. Nel corso dell'E3 2010 Nintendo annunciò il Nintendo 3DS, una console portatile che sarebbe stata pubblicata nella primavera del 2011. Proprio come il DS, il 3DS possedeva due schermi, ma per la prima volta lo schermo superiore fu dotato di un vero e proprio 3D integrato. Negli anni a venire il 3DS ricevette diverse revisioni, quali il Nintendo 3DS XL e il Nintendo 2DS. Nel 2012 inoltre fu pubblicato il Wii U, successore del Wii, dotato di un controller a forma di tablet. Le vendite del 3DS, tuttavia, seppure positive, non raggiunsero le vette del DS, mentre il Wii U si rivelò addirittura la console Nintendo meno venduta di sempre, seconda soltanto al Virtual Boy[2]. Di conseguenza, il 2013 si rivelò uno dei peggiori anni fiscali di Nintendo, perdendo l'equivalente di 456 milioni di dollari. Il Wii U fu abbandonato dopo pochi anni, e Nintendo cominciò a delineare delle nuove strategie per il suo futuro.

2015: La morte di Satoru Iwata, periodo di transizione[modifica | modifica sorgente]

A partire dal 2014 Satoru Iwata, Shigeru Miyamoto e Reggie Fils-Aime iniziarono a parlare pubblicamente dei piani per il futuro di Nintendo. Al centro di essi si trovava una nuova console dal nome in codice "NX" (poi denominata ufficialmente Nintendo Switch), una ristrutturazione delle divisioni interne di Nintendo, ed una serie di iniziative per ampliare il pubblico di Nintendo, come lo sviluppo di giochi per dispositivi smart, la costruzione di parchi divertimento, e la produzione di film su licenza. Tuttavia, l'11 luglio 2015, Satoru Iwata morì all'età di 55 anni a causa di un tumore al dotto biliare[3]. Dopo un periodo di assestamento dovuto alla tragica notizia, il 14 settembre 2015 fu nominato un nuovo presidente, il veterano Tatsumi Kimishima.

2016: Smartphone, Nintendo Switch e Shuntaro Furukawa[modifica | modifica sorgente]

Logo del Nintendo Switch.

Nell'ottobre del 2016, il Nintendo Switch fu mostrato per la prima volta al pubblico, e durante una presentazione nel gennaio del 2017 furono annunciati i software che sarebbero stati pubblicati nel corso del primo anno, quali Super Mario Odyssey e Mario Kart 8 Deluxe. Inoltre il 15 dicembre 2016 fu pubblicato Super Mario Run, primo gioco della serie di Mario per smartphone e tablet. Sotto la direzione di Tatsumi Kimishima, il lancio del Nintendo Switch si rivelò un successo: la console ottenne un riscontro positivo di vendite e di critica. Dopo aver portato a compimento i piani delineati negli anni precedenti, Kimishima si ritirò il 28 giugno 2018, cedendo il posto al più giovane Shuntaro Furukawa, sesto ed attuale presidente di Nintendo.[4]

Console casalinghe[modifica | modifica sorgente]

Accessori e riedizioni[modifica | modifica sorgente]

Queste console possono avere nomi diversi nei vari mercati. In Giappone il NES è conosciuto come Famicom; il SNES, successivamente, come Super Famicom. In Cina, il Nintendo 64 è stato pubblicato con il nome di iQue Player.

1 - Sebbene Nintendo Switch possa funzionare anche come console portatile, è principalmente commercializzata da Nintendo come console casalinga.

Console portatili[modifica | modifica sorgente]

Riedizioni[modifica | modifica sorgente]

Le versioni di queste console in Cina di solito sostituiscono "Nintendo" nel nome con "iQue". Esempi sono l'iQue DS e l'iQue 3DS XL.

Galleria[modifica | modifica sorgente]

In altre lingue[modifica | modifica sorgente]

Lingua
Nome
Significato
Giappone Giapponese
任天堂
ニンテンドー
ニンテンドウ
Nintendō
 

Finlandia Finlandese
Nintendon (Un videogioco per Kevin - Captain N)
Nintendo
-
-
Cina Cinese
任天堂
Rèntiāntáng
-

Corea del Sud Coreano
닌텐도
Nintendo
-
Israele Ebraico
נינטנדו
Nyntndv
-
Grecia Greco
Ninténto
?
Russia Russo
Нинтендо
Nintendo
-

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]

Riferimenti[modifica | modifica sorgente]

  1. In giapponese "Nintendo" (任天堂) significa "la fortuna che viene dal cielo".
  2. Dedicated Video Game Sales Units, Nintendo.co.jp.
  3. Notification of Death and Personnel Change of a Representative Director, Nintendo.co.jp
  4. [NOTICE OF RESOLUTION OF THE 78TH ANNUAL GENERAL MEETING OF SHAREHOLDERS], Nintendo.co.jp.

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]