Lucigna
Lucigna | |
Debutto in: | Mario Tennis Aces (2018) |
- Da non confondere con Lucina.
Lucigna è l'antagonista principale della modalità avventura di Mario Tennis Aces: è la leggendaria racchetta del tempio di Solarius. È una racchetta senziente che è in grado di piegare alla sua volontà chiunque ne entri in possesso. Anche se è visibile una sola volta nel gioco, durante l'introduzione, l'anima della racchetta è un'enorme e minacciosa nube viola.
Storia[modifica | modifica sorgente]
Secoli prima degli eventi del gioco esisteva un'antico regno, il regno di Solarius, i cui abitanti prediligevano lo sport del tennis. Il Re Solarius rimase ammaliato dal potere della racchetta, che fece sua, ma essa finì per distruggere l'intero regno. Con un barlore di lucidità ancora rimastagli, Re Solarius riuscì in qualche modo ad indebolire Lucigna, prelevando dalla racchetta le cinque pietre del potere e sparpagliandole in vari punti dell'isola. Dopodiché rinchiuse Lucigna in una stanza segreta del tempio di Solarius, per evitare che qualcuno potesse ripristinare il suo potere.
Durante la modalità storia, Wario e Waluigi sentono delle voci sulla presenza di un tesoro nascosto al tempio di Solarius. Decidono così di indagare e mettono le mani su Lucigna, che inizia a prendere il controllo su di loro. I due avari ladri si presentano da Mario, che assieme a Peach ha appena vinto un torneo tennistico, offrendo loro Lucigna, che presentano come la racchetta più forte del mondo, che solo i veri fuoriclasse sanno usare, come regalo per la loro vittoria. Toad inizia a percepire qualcosa di strano, ma Luigi rimane allettato dall'offerta e prende la racchetta tra le sue mani. In quel momento, grazie al suo laccetto, Lucigna intrappola Luigi e dalla racchetta si erge nel cielo una nube viola, che fa scappare tutto il pubblico e prende possesso dei corpi dell'idraulico verde e dei due ladri, avvolgendosi in del nastro argentato.
Toad, stuzzicato da Daisy, spiega ai suoi amici degli inquietanti disegni presenti nelle rovine raffiguranti proprio la racchetta senziente. Così, lui e Mario si recano al tempio di Solarius per capire cosa è successo a Luigi e come salvarlo. Qui, grazie ad Aster, guardiano dell'isola, scoprono la storia di Lucigna e del regno di Solarius: con il passare del tempo il sigillo che intrappolava Lucigna si è spezzato, permettendo a Wario e Waluigi di metterci le mani sopra. La racchetta senziente è in grado di percepire dove il suo potere è stato disperso, per questo Mario deve ottenere tutte e cinque le pietre del potere prima di lei.
Nel corso dell'avventura Mario riesce a ottenere tre pietre, mentre per le altre due è stato preceduto da Lucigna. Per cercare di riottenere il suo potere originario, la racchetta senziente sfida l'idraulico ad una torneo di tennis: il vincitore potrà tenere le sfere. Aster dona a Peach e a Daisy il potere che gli era stato conferito da Re Solarius prima di morire, permettendo alle due principesse, con il giocatore che controlla Peach, di battere Wario e Waluigi in doppio, mentre Mario affronta Luigi (incontro che prende piede subito dopo il doppio, in cui il giocatore riprende a controllare Mario). Alla fine del torneo la squadra di Mario esce vincitrice, liberando Luigi e gli altri dall'influsso maligno della racchetta. Ma quando tutto sembra risolto, Bowser si impossessa della racchetta e delle cinque pietre, trasformadosi in Lucignowser. Mario lo affronta al tempio di Solarius e riesce a sconfiggerlo, con il tempio che crolla intrappolando nuovamente Lucigna al suo interno.
Dopo aver completato tutti i livelli delle Rovine delle prove, il giocatore ottiene una replica di Lucigna che può utilizzare nella modalità torneo, utilizzabile solo da Mario.
Curiosità[modifica | modifica sorgente]
- Il nome italiano deriva da Lucignolo, un personaggio di Pinocchio.
- Durante la partita contro Luigi posseduto, è comunque possibile vincere direttamente distruggendo la racchetta; ciò comunque non comporterà alterazioni nella storia, con Bowser che si impossessa lo stesso di Lucigna.
Galleria[modifica | modifica sorgente]
In altre lingue[modifica | modifica sorgente]
Esutā
Shèng dé fēn